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Chiacchiere

In Sicilia le chiamiamo Chiacchiere, ma questi fritti di Carnevale prendono un nome diverso a seconda della zona in cui ci si trova.

Ogni anno scopro un nome diverso: Frappe in Abruzzo e nel Lazio, Gale in Piemonte, Bugie in Liguria (ma anche a Torino), Lattughe a Mantova, Sfrappole a Bologna, Cenci in Toscana, Crostoli in Veneto (anche se a Verona sono Galani), Maraviglias in Sardegna. Insomma, sono certo che con il vostro aiuto scopriremo tanti altri nomi che hanno origine chissà da dove…sono certo che Mariacristina, prima o poi farà una ricerca approfondita e, magari un giorno, vi sapremo dire!

Comunque, in qualsiasi modo le vogliate chiamare, le Chiacchiere, mi sono sempre piaciute e ho sempre creduto che fossero semplicissime da preparare.

“Che ci vuole!”, mi sono sempre detto, “Un impasto facile, facile e poi le friggi”. Niente affatto! Questo era quello che pensavo fino a qualche giorno fa, ma quando ho deciso di farle mi sono dovuto proprio ricredere.
Tanto per cominciare, non solo sono chiamate in mille modi differenti, ma hanno anche infinite ricette. Per carità, variano di poco, ma le differenze ci sono e si sentono!

Sappiate che mi sono fermato alla quarta ricetta solo per ragioni di tempo, ma ho dovuto almeno trovare quella che più si avvicinasse al risultato che volevo ottenere: friabili, croccanti e con delle belle bolle!

E poi, diciamoci la verità, non si può mica andare a vanti a mangiare vassoi di esperimenti per giorni!!!

Cosa ho utilizzato: farina “00” 200gr, panna da montare 160gr, zucchero 2 cucchiai, sale 1 pizzico, vaniglia 1/2 bacca o estratto liquido 1/2 fialetta, rum bianco 1 cucchiaio, zucchero a velo qb.

Come vi dicevo, mai avrei immaginato così tante varianti di una ricetta: con lievito, senza lievito, più o meno uova, più o meno burro, con latte e senza latte…
Tutte, però, hanno un denominatore comune: creano dipendenza!!!!

Ma bando alle ciance e passiamo alla preparazione che, nonostante tutto, è veloce.
Tanto per cominciare ho optato per la ricetta con meno ingredienti, i fondamentali sono: farina e panna.
Dunque, ho impastato farina, panna, sale, zucchero, vaniglia e liquore, montando nella planetaria la frusta a foglia.
Ottenuto un impasto compatto, ho finito di lavorarlo a mano, aggiungendo ancora un cucchiaio di farina, se troppo appiccicoso.
Ho avvolto il panetto nella pellicola e l’ho lasciato riposare per almeno mezz’ora.
A questo punto ci troviamo davanti ad un bivio: cosa utilizzare per stendere la pasta? Mattarello o macchina?
Qualunque sia lo strumento che deciderete di utilizzare, ho capito che per farle venire con delle belle bolle, la pasta va stesa e ripiegata su se stessa più volte e lo spessore non deve superare 1 o 2 mm. Con la macchina mi sono fermato sia all’ultima che alla penultima posizione.

Per la cottura ho utilizzato olio di arachidi, portato ad una temperatura di circa 170°. A mano a mano che si frigge, la temperatura dell’olio va stabilizzandosi su un livello che permette di dare alle Chiacchiere una doratura uniforme. Bisogna anche far attenzione a non farlo bruciare e soprattutto ricordate di cambiarlo quando diventa troppo scuro, sennò finirete per friggere con il famoso “olio nero” di Guzzanti!
Una volta, pronte le ho lasciate scolare sulla carta assorbente e spolverizzate di zucchero a velo solo dopo il completo raffreddamento.

Buon appetito!

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